Valutazioni Economiche

La dottrina aziendalistica e la prassi hanno sviluppato numerose metodologie di calcolo del valore dei Marchi, dei Brevetti di invenzione, dei Software, dei Design, nonché dei Nomi a Dominio (Asset immateriali – Immobilizzazioni immateriali). 

La scelta del metodo più adatto viene, di volta in volta, effettuata sulla base di quelle che sono le variabili che meglio esprimono il valore di questi Asset immateriali, tenendo in debito conto informazioni acquisibili dall’azienda e, se e per quanto possibile, dal mercato. 

Si può affermare che non esista un metodo di valutazione universalmente riconosciuto, perché non sono sempre disponibili tutti gli elementi necessari e idonei per effettuare una valutazione tipizzata uniformemente accettabile ed eventualmente da reiterare e, in generale, tutte le metodologie applicabili soggiacciono ad una forte soggettività nella determinazione di alcuni elementi posti alla base delle valutazioni.

Pertanto, la scelta del metodo di valutazione va attentamente ponderata analizzando la realtà aziendale dell’impresa ad un dato momento, la sua specifica situazione attuale e le sue prospettive future, per giungere al metodo che presenti meno difetti in relazione al caso specifico.  

La determinazione autonoma del valore, distintamente dal complesso aziendale di cui è parte, trova giustificazione nella accertata coesistenza dei tre requisiti che letteratura e prassi unitamente richiedono, ovvero: 

• “Separabilità” rispetto all’organismo societario in cui è integrato, cui rimane vincolato in forza di un rapporto giuridicamente valido; 
• “Redditività”, ovvero idoneità a generare margini differenziali positivi; 

• “Trasferibilità”, ovvero possibilità di essere ceduto in forza di un negozio concluso tra controparti indipendenti. 

L’impiego di differenti strumenti estimativi, come i metodi del Costo storico, Metodi reddituali e Metodi di mercato, consentono di pervenire a una stima particolarmente attendibile, che mitighi i limiti intrinseci di ognuno di essi.